Il simbolo chimico del rame è
Cu. Il suo nome italiano deriva dalla parola latina
aramen, derivazione del tardo
aeramen, che deriva a sua volta da
aes, "bronzo o rame"
. In epoca romana, infatti, non si faceva alcuna differenza tra il rame puro e la sua lega più importante. Noto anche come
aes Cyprium, "rame o bronzo di Cipro", isola del Mediterraneo ricchissima di rame nell'antichità, fu nominato da Plinio
cuprum, da cui proviene appunto il simbolo Cu dell'elemento chimico. E in altre lingue conserva questa origine, basti pensare all'inglese
copper o al tedesco
kupfer.
Il rame fu associato alla dea della bellezza e dell'amore nella mitologia e nell'alchimia sia per il suo aspetto lucente, sia per l'impiego nella produzione di specchi, sia e soprattuto perché la sua principale zona estrattiva nell'antichità era Cipro, isola che diede i natali alla dea
Afrodite. Non a caso il simbolo impiegato dagli alchimisti per rappresentarlo è lo stesso che gli astrologi utilizzano per indicare il pianeta Venere.
Metallo il cui primo impiego risale molto indietro nel tempo, il rame ha dato il suo nome alla prima età dei metalli, l'
Età del rame, appunto, che va dal 3.000 al 2.200 a.C. Utilizzato per millenni nella realizzazione di oggetti d'uso quotidiano, armi e ornamenti, il rame è tuttora un metallo
versatile e molto
diffuso, per esempio nell'impiantistica idrotermosanitaria, nella rubinetteria, nelle attrezzature nautiche, nell'elettrotecnica, nell'elettronica, in lattoneria, in architettura, nella monetazione, nell'artigianato, nell'oggettistica, nei trasporti, in edilizia. Si va così dalle tubature dell'acqua, ai cavi eletrici, ai pannelli solari, alle finiture di arredamento, alla scultura, alle leghe per i tipi monetali, alle posate, agli strumenti musicali - gli ottoni in particolare -, alla bigiotteria, ma si potrebbe continuare a lungo. Solo per fare qualche esempio curioso, forsi pochi sanno che la Statua della libertà contiene una tonnellata di rame, o che le monete da 10, 20, 50 centesimi e da 1 e 2 Euro sono in lega di rame, o che il solfato di rame - il verderame - è usato come funghicida in agricoltura e come depuratore dell'acqua.
Ma veniamo alle sue
caratteristiche. Il rame è un metallo di colore rosato o rossastro con elevatissime conducibilità elettrica e termica. Lo si trova più spesso come
minerale e raramente sotto forma di pepita. Molto resistente alla corrosione, grazie a una patina aderente che si forma spontaneamente sulla superficie, prima di colore bruno e poi di colore verde o verde-azzurro, non è magnetico. Facilmente lavorabile, questo metallo è molto duttile e malleabile, inoltre può essere facilmente
riciclato. Combinandosi con altri metalli, forma numerose
leghe metalliche, le più comuni e note delle quali sono il bronzo (rame e
alluminio, rame e nichel, rame e berillio, rame e stagno) e l'ottone (rame e zinco); tra le altre ricordiamo la zamak (zinco, alluminio, magnesio, rame) per il suo impiego in bigiotteria.
Il rame è anche batteriostatico, il che significa che combatte la proliferazione dei batteri sulla sua superficie.
I suoi due più comuni stati di
ossidazione sono +1 (ione
rameoso,
Cu+) e +2 (ione
rameico,
Cu++).
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Il rame è inoltre essenziale per la crescita e lo sviluppo del
corpo umano, dal sistema nervoso all'apparato cardiovascolare al sistema immunitario. Dalle ricerche condotte dall'Istituto Superiore di Sanità italiano si evince infine che: l'utilizzo dei prodotti di rame risulta in generale
sicuro sia per l'ambiente, sia per la salute dei cittadini; per l'acqua potabile il valore soglia per il verificarsi di effetti acuti è di 4,0 mg/l, mentre il livello a cui siamo in generale esposti è di 0,7 mg/l; per gli adulti l'assunzione minima giornaliera di rame attraverso la dieta è di 1 mg, con una soglia massima di 11 mg, mentre l'assunzione media reale varia tra 0,6 e 2 mg; il rame non è un materiale CMR (cancerogeno, mutageno, dannoso per la riproduzione) o PBT (persistente, bio-accumulante, tossico).