domenica 17 marzo 2013

smalto, che cos'è? - enamel, what is it?


Lo smalto è un rivestimento impermeabilizzante coprente a base vetrosa di tonalità chiara, che fonde a una temperatura compresa tra i 999 e i 980 °C.
Può essere utilizzato sia su oggetti di ceramica sia su metalli nobili, come oro, argento e rame, sia, anche se più raramente, su leghe metalliche, bronzo e ottone ad esempio, come base per la decorazione o come copertura. Non tutti i metalli però possono essere smaltati, per la loro diversa dilatazione termica, che potrebbe far incrinare lo smalto in fase di raffreddamento, compromettendo la smaltatura.
Lo smalto ha una composizione chimica simile a quella del vetro: è una miscela di silicecarbonato di sodio o potassio, che può essere arricchita con stagno e altri ossidi di metallo, per  ottenere una finitura opaca.
I colori, le tonalità e le textures possibili sono infinite.
Quella dello smalto è una tecnologia antica e largamente adoperata. Già gli antichi Egizi applicarono lo smalto a vasi e oggetti in pietra. Altri esempi si trovano nell'antica Grecia, poi tra i Celti, i Goti, i Longobardi, inoltre, in Russia e in Cina. L'uso dello smalto in oreficeria ha prodotto magnifiche opere d'arte, soprattutto in età medioevaleIn tempi più recenti spicca la produzione di Peter Carl Fabergé, autore delle famose Uova Fabergé

Uovo di Pietro il Grande, 1903
Lo smalto può trovarsi già ridotto in polvere oppure in frammenti vetrosi, che devono essere ridotti in polvere finissima con un pestello e in un mortaio di un materiale che non lasci impurità. Questa operazione, piuttosto lunga, dev'essere eseguita con alcuni accorgimenti che facilitino la polverizzazione e l'eliminazione delle impurità, come bagnare con acqua i grani o la polvere e buttare l'acqua sporca di impurità almeno per una decina di volte.
Le tecniche sono diverse, a seconda del tipo di effetto; le principali sono lo champlevé e il cloisonné. 
Armilla mosana del XII secolo
in cui sono visibili gli alveoli
intagliati per lo smalto
La prima, del "campo levato", prevede che gli alveoli o cavità siano scavati sulla superficie di un oggetto metallico e riempite di smalto vitreo; il pezzo è cotto fino a quando lo smalto si scioglie e, dopo il raffreddamento, viene levigato e lucidato. Le parti non scavate della superficie originale restano visibili come contorno dei disegni di smalto, e in età medioevale erano dorate
La seconda tecnica è il cloisonné o lustro di Bisanzio, un tipo di decorazione artistica a smalto, in cui sottili filigrane o listelli metallici, solitamente di rame, alveoli e celle o cloisons sono saldati o incollati a una lastra di supporto e, nelle zone rilevate dal metallo così ottenute, è colato lo smalto. Si ottiene così una sorta di mosaico, le cui tessere sono circoscritte dai listelli metallici. Si tratta di una tecnica di tipo "additivo", di smalto su metallo, da non confondere con la decorazione champlevè, che è invece sottrattiva perché gli alveoli dove alloggia lo smalto non sono aggiunti, bensì levigati a mano e rifiniti. 
Fibula visigotica aquiliforme


La smaltatura, in generale, richiede alcuni accorgimenti: se l'oggetto da smaltare è composto da più parti saldate tra loro, per esempio, è necessario che la saldatura sia resistente alle alte temperature. Comunque, è necessario eliminare le eccedenze di saldatura nelle parti da smaltare, anche perché esse possono alterare il colore dello smalto.
Lo smalto si trova o in polvere o in frammenti vetrosi da polverizzare. L'operazione è lunga e delicata e richiede alcuni accorgimenti, come bagnare il materiale con acqua e poi cambiare l'acqua sporca di impurità per più volte, almeno dieci.
Anche la polvere inutilizzata richiede qualche accorgimento per essere conservata, deve cioè essere messa in un contenitore di vetro assente da impurità, coperta con uno strato di acqua e da un foglio di carta.

Immagini e informazioni tratte e liberamente modificate da Wikipedia  e da goldsmith.it

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