lunedì 15 ottobre 2012

feltro, che cos'è? - felt, what is it?

"Wintry embrace" orecchini
di rame di aes Cyprium
con perle di feltro XV Mind
Gli ultimi lavori di aes Cyprium propongono un nuovo materiale, il feltro. Vediamo di che cosa si tratta.
Caldo, leggero e impermeabile, il feltro è una stoffa di pelo animale prodotta mediante l'infeltrimento delle fibre. Non un vero tessuto, dunque, ma un tessuto non tessuto. Di solito si usa lana cardata di pecora, ma nulla vieta di usare altri tipi di pelo.
Il suo nome deriva da Feltre, municipio romano famoso per la follatura e il commercio della lana di capre e pecore. A testimoniare la centralità dell'antica Feltre nell'allevamento e nel commercio della lana sono le numerose targhette di piombo, rinvenute negli anni '60 del Novecento durante gli scavi condotti davanti al Duomo di Feltre, antichi contrassegni per il follo di cui i mercanti si servivano. Inoltre, nel 1544, in seguito al crollo della facciata del Duomo, fu trovata una lapide romana dedicata a Caio Firmio Rufino, procuratore di vari artigiani, tra cui i centonari, che si occupavano appunto della produzioni dei "centoni", ossia i panni feltrini.
"Neve" spilla di XV Mind

Ma il feltro ha origini ancor più remote, se è vero che era già prodotto nel terzo millennio a.C. e che fu usato non solo dai Romani, ma anche dagli antichi Greci per produrre capi di abbigliamento.
"Cactus" borsa

Fu poi utilizzato dai Russi per i caratteristici stivali, i valenki, ed è impiegato dai Mongoli nelle yurte, come copertura della tenda. Oggi è ancora usato per produrre cappelli, borse, rifiniture per abiti, calzature e gioielli.
Il procedimento di infeltrimento è piuttosto lungo: prima si bagnano le fibre con acqua calda, poi, dopo essere state intrise di sapone, le fibre sono battute, sfregate e pressate fino a ottenerne l'infeltrimento. Il processo - sia chimico, sia meccanico - della legatura è prodotto dalla compenetrazione delle microscopiche squame corticali che rivestono la superficie dei peli, è progressivo e irreversibile.

Pantofole
di Grazina Malinauskiene

Il colore del feltro tradizionale è quello dei peli usati, ma si possono creare stoffe colorate, semplicemente utilizzando lana tinta in fiocco. A questo proposito, non si può non nominare il pannolenci, un tipo di feltro molto morbido, sottile e vivacemente colorato brevettato dalla ditta L.e.n.c.i. (Ludus Est Nobis Costanter Industria) di Torino nel 1922 per la confezione delle omonime bambole.
Ma attenzione a non confondere il feltro e il pannolenci con il panno - panno casentino, orbace, loden -, un tessuto realizzato a telaio e follato per chiudere gli interstizi tra i fili.
Cappello di Regina Doseth

Infine, una curiosità: l'invenzione del feltro è attribuita a san Giacomo apostolo. Secondo la tradizione, il santo, per proteggere le piante dei piedi dagli effetti spiacevoli dei lunghi viaggi compiuti a piedi per predicare, imbottì i suoi sandali con le ciocche di lana che le pecore pascolando lasciavano attaccati ai cespugli spinosi. Si accorse così che lo strato di lana pressato dal peso e bagnato dal sudore si induriva trasformandosi in una falda compatta. Per questo le prime corporazioni di cappellai lo consideravano il loro protettore, e nell'iconografia san Giacomo è rappresentato come un pellegrino che porta in testa un cappello di feltro a larghe tese, ornato con una conchiglia.

Informazioni tratte da Wikipedia e Treccani e rielaborate.

 "Wool landscape" spilla di Lili fish studios

"Nunofelt" abito di Regina Doseth
"Orange and Teal Dahlia" di Vaivanat

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